Un Post Graduate strutturato e organizzato come una vera e propria Scuola Di Osteopatia Pediatrica. Un percorso di 3 anni accademici, strutturato in 6 seminari annuali dal giovedì alla domenica.
Siamo convinti che il bambino non sia un adulto in miniatura e che vada studiato partendo dall’anatomia, passando per la fisiologia fino alla disfunzione e alla patologia. Riteniamo che i docenti debbano accompagnare gli studenti lungo tutto il percorso formativo, sostenendoli con continuità e valutando periodicamente il livello di apprendimento. Oltre alle materie di indirizzo osteopatico, si affronteranno materie quali l’embriologia, la genetica, l’ostetricia, la psicologia familiare, la pediatria classica e la pediatria specialistica.
Durante il primo anno di corso si studia il bambino fisiologico. Gli insegnamenti previsti:
- Genetica
- Embriologia
- Anatomo fisiologia e tappe di sviluppo del bambino
- Palpazione pediatrica
- Metodologia clinica in osteopatia pediatrica
- Osteopatia neonatale
- Psicologia familiare
- Ostetricia
Secondo anno: studio del bambino patologico e disfunzionale, diagnosi differenziale osteopatica.
Insegnamenti previsti:
- Basi di Patologia Generale Pediatrica
- Basi di Ortopedia Pediatrica
- Basi di Neuropsichiatria Infantile
- Basi di Dentistica e Ortodonzia Pediatrica
- Basi di Logopedia
- Basi di Oculistica Pediatrica
- Basi di Patologia Generale Pediatrica
- Palpazione Pediatrica
- Osteopatia nel bambino pretermine e prematuro
- metodologia clinica in osteopatia pediatrica
- Psicologia familiare
- ostetricia
Il terzo anno è dedicato al tirocinio e al clinical coaching.
I lavori si svolgeranno presso la clinica osteopatica pediatrica della nostra scuola sotto la supervisione dei tutor Resi Zanette D.O. e Daniele Faccincani D.O. Il percorso di studi prevede il superamento di esami a fine anno, un periodo di tirocinio clinico, una prova pratica finale con bambino e la discussione di una tesi di fine studi
Il nostro obiettivo è che, alla fine degli studi, l’osteopata pediatrico sia in grado di sviluppare una “diagnosi differenziale” per definire i confini del suo intervento, muovendosi nel contesto interdisciplinare.